Le regole del calcio stabiliscono l’attrezzatura di base che deve essere indossata dai giocatori nella regola 4, riguardante l’equipaggiamento dei calciatori. Ebbene: non impressionatevi, ma il suddetto problema è solo uno dei 18, con i quali il calcio italiano, e il calcio azzurro, devono fare i conti. Il Brasile vinse 7-1, con quattro gol di Ademir, una doppietta di Chico e una rete di Maneca, mentre la Svezia, surclassata dal gioco sudamericano, riuscì a segnare un solo gol con Andersson e non entrò mai in partita. Parra, una doppietta di Chico e un gol a testa di Jair, Zizinho e Ademir fissarono il punteggio sul 6-1 per il Brasile (la rete spagnola fu siglata da Igoa). Il 2 luglio, allo Stadio Raimundo Sampaio di Belo Horizonte, l’Uruguay vinse agevolmente 8-0 (con tripletta di Míguez, doppietta di Schiaffino e marcature di Vidal, Pérez e Ghiggia), guadagnando con appena una partita disputata la qualificazione al girone finale. Ghiggia portò in vantaggio la Celeste al 29′, ma una rapida doppietta di Basora fra il 37′ e il 39′ condusse avanti gli iberici. Al 66′, dopo una rapida progressione sulla fascia sinistra, Ghiggia saltò il brasiliano Bigode e servì proprio Schiaffino, che, a tu per tu con Barbosa, migliori siti maglie calcio mise la palla in rete.

Proprio sotto la guida di quest’ultimo, l’Uruguay avrebbe dovuto cimentarsi nelle qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1950, ove era stato sorteggiato nel girone 8 con Paraguay, Ecuador e Perù. In classifica era seguita proprio dagli uruguaiani, i quali, con i 2 punti della vittoria ottenuta nello scontro diretto, avrebbero potuto sopravanzare i padroni di casa. Lo stadio era esaurito in ogni ordine di posto. Tale modello era identico in tutto e per tutto alla prima moto prodotta e commercializzata dalla ceca Laurin & Klement (l’antenata della Škoda). Sulla prima pagina dell’edizione del 16 luglio del popolare quotidiano carioca Diário do Rio si leggeva: «O Brasil vencerá» (Il Brasile vincerà) e «A Copa será nossa» (La Coppa sarà nostra). Ora, fate il vostro dovere, vincendo la Coppa del Mondo! O Mundo pubblicò in prima pagina la foto della squadra brasiliana sovrastata dal titolo Estes são os campeões do mundo (Questi sono i campioni del mondo). La stampa brasiliana uscì con titoli celebrativi già il giorno della partita. Sennonché, il ritiro delle due selezioni andine consentì a uruguaiani e paraguaiani di qualificarsi senza disputare alcuna partita. La Celeste tornò a giocare solo nel 1950, in una doppia sfida amichevole in programma il 7 e il 9 aprile a Santiago contro il Cile: si impose per 5-1 nella prima gara, ma fu superata dai padroni di casa due giorni dopo per 1-2. Sul finire dello stesso mese, gli uomini di Fontana raggiunsero il Brasile, ove disputarono altre quattro partite: una contro il Paraguay (il 30 aprile, valida per la Copa Trompowski, nella quale furono battuti 2-3) e tre contro la Seleção (i citati 4-3, 2-3 e 0-1 nella Copa Rio Branco).

La squadra, affidata a di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, e tenne un passo ammirevole, cui tenne testa solo il Trapani, cedendo in dirittura d’arrivo. Un’imponente guardia d’onore si sarebbe dovuta formare dal tunnel fino al centro del campo di gioco, dove mi avrebbe atteso il capitano della squadra vincitrice (naturalmente il Brasile). Nel 1997 il giornalista Paolo Giordano pubblicò un’intervista a Francesco De Gregori (quale nipote di una delle vittime dell’eccidio di Porzûs), dal titolo: «De Gregori su Porzûs, accusa Togliatti ed il Partito Comunista Italiano». 1943-1945 – Non partecipa ai tornei organizzati dal Direttorio 2ª Zona (Lombardia). Al termine della partita, avrei dovuto consegnare la coppa al capitano della squadra campione. Con quel gesto il capitano uruguaiano riuscì a spegnere l’entusiasmo incontenibile che, se dalle tribune si fosse riversato sul campo, quasi certamente li avrebbe travolti. A San Paolo, l’Uruguay fu invece messo in seria difficoltà dalla Svezia: gli scandinavi passarono dopo appena 5 minuti con Palmér e, dopo il pareggio uruguaiano di Ghiggia al 39′, tornarono rapidamente in vantaggio un minuto dopo grazie a Sundqvist. L’Uruguay restò unito e proseguì nel suo gioco ordinato, guidato dalla regia di Schiaffino. Gruppi ormai sciolti della curva sono gli Ultras Chievo (anch’essi desiderosi di tornare al biancazzurro come colori casalinghi) e i Cani Sciolti, mentre nel 2010 in curva si formò un nuovo gruppo, quello dei The Followers.

L’azienda nasce in Germania nel 1924 per iniziativa dei fratelli Rudolf e Adolf Dassler, che riescono subito a conquistare la ribalta dei giochi olimpici del 1936. Dall’anno della fondazione a oggi la società non ha mai smesso di crescere, arrivando a distribuire i suoi prodotti in 80 nazioni e a sponsorizzare grandi eventi come i Mondiali di calcio. Qui potrete trovare maglie vintage delle nazionali che hanno fatto la storia del calcio e le maglie dei club storici, veri e propri reperti oggi praticamente introvabili ovunque. Per i tifosi più appassionati, abbiamo anche le maglie replica dei giocatori più amati, come la maglia di Ronaldo o quella di Messi, che ti permettono di sentirti un campione ogni volta che la indossi. Schiaffino e Ghiggia (con la maglia della Roma), autori delle due marcature uruguaiane. Nike ha finalmente messo fine alla suspense: la nuova maglia del PSG presentata mercoledì 11 giugno non presenta una stella in onore della vittoria del club in Champions League. Per il resto, le decine di migliaia di tifosi locali animarono un’accesissima torcida, con bandiere, striscioni e petardi, alcuni dei quali furono lanciati, durante il riscaldamento, contro i calciatori uruguaiani, al fine di infastidirli. PARTNER DEL SISTEMA Bluesign, siamo un soggetto della filiera tessile che agisce in modo responsabile, impegnato in un approccio alla gestione dei flussi di input pulito e sicuro.