FIGC, Leandro Arpinati, però, rendono sostanzialmente ininfluente l’accesso alla Prima Divisione, declassata al terzo livello del calcio italiano. Alla prova del ritorno nel professionismo la squadra divenuta semplicemente Imolese Calcio 1919 si è rivelata competitiva: guidata da mister Alessio Dionisi, ha disputato una stagione di alto livello e ha concluso al terzo posto nel girone B, accedendo per la prima volta nella sua storia ai play-off per la promozione in Serie B perdendo in semifinale contro il Piacenza. Successivamente lo Sheffield mancò di poco la promozione nel 1936 e nel 1938, chiudendo in entrambi i casi al terzo posto, ma nel 1939 la promozione fu raggiunta a scapito dei cugini dello Sheffield Wednesday, dopo aver battuto 6-1 il Tottenham all’ultima giornata. Nella stagione 2013-2014 anche la Lega Pro Prima Divisione, per i soli play-off ha adottato un top sponsor, UnipolSai, presente sul retro delle maglie alla base dei numeri. Fu una pesante e inopinata sconfitta subita sul campo del Casale, ultimo in classifica, a cancellare i sogni di gloria della squadra di Carcano, alla quale non bastò sconfiggere il Torino, nello scontro diretto, per riagganciarlo in vetta. Il 10 luglio 1921, a Torino, l’Alessandria incontrò la Pro Vercelli nella gara che avrebbe decretato il nome della squadra destinata a giocare, contro il Bologna, la finale settentrionale (la cui vincente avrebbe, a sua volta, incontrato il Pisa nella finale nazionale).

Non dissi nulla, e me lo vidi camminare per Torino, starsene zitto, buttarsi nei fossi, arrivare lassú. Oltre questo l’Alessandria ha raggiunto la semifinale di Coppa Italia 2015-2016 persa contro il Milan, dopo aver battuto nei turni precedenti Palermo, Genoa e Spezia, tutte squadre di categorie superiori. 1897 e il 1898 ad alcuni tornei amichevoli con squadre di Torino e Genova. 1936 raggiunse comunque, dopo avere battuto Cremonese, Modena, Lazio e Milan, la finale di Coppa Italia, giocata a Genova l’11 giugno 1936 e persa per 5-1 contro il Torino. Al termine della stagione 1920-1921, dopo un vittorioso spareggio giocato a Milano contro il Modena, il club ottenne l’ammissione alla semifinale per il Nord Italia. Su queste basi, nel primo dopoguerra l’Alessandria poté continuare a migliorare le proprie prestazioni: nel campionato 1919-1920 s’impose nettamente nel girone eliminatorio, con nove vittorie e un pareggio, per fermarsi poi al cospetto del Genoa in semifinale.

In Serie C l’Alessandria disputò campionati di vertice, salvandosi nel 1952 da una riforma che abbatté di un quarto il numero delle partecipanti e ottenendo, nel successivo campionato a girone unico, il ritorno tra i cadetti. Il 2 maggio 1948 il club subì quella che rimane ancora oggi la più pesante sconfitta mai patita da una squadra in una partita del massimo campionato a girone unico, in Torino-Alessandria 10-0; l’infierire dei granata sugli ospiti nell’ultimo quarto d’ora fu dovuto a uno screzio tra Valentino Mazzola e un tifoso che lo sbeffeggiava da bordo campo. Il mondo dei fumetti cartacei continua comunque a sopravvivere, sia con le stampe dei vari classici Bonelli, Rat-Man ecc., sia con la pubblicazione di nuove testate. Non fu ritenuto necessario dalle autorità, già pesantemente screditate dopo la bufera che aveva travolto il mondo del calcio dopo il «Caso Allemandi», maglie roma aprire indagini sul derby e sul suo misterioso andamento. Non avete mai fatto caso a come è disegnato il numero 3 di questa font? Nel caso doveste riscontrare problemi durante la visione di DAZN, vi consigliamo di consultare la nostra pagina “DAZN non funziona” che vi aiuterà a risolverli e ad ottimizzare la configurazione di rete per avere la massima qualità.

Siamo affiatati; uniti dal nostro comune amore per il bel gioco. Il periodo di maggior lustro per la squadra si fa risalire ai decenni del primo dopoguerra e della cosiddetta «scuola alessandrina» che, dando continuità ai dettami importati nei primi anni dieci dall’allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio italiano. Il ritorno in Serie A si aprì con l’improvvisa morte del presidente Giuseppe Moccagatta, cui fu intitolato lo stadio; nelle due stagioni successive l’Alessandria ottenne alcuni successi di prestigio, specialmente quando favorita dal campo di gioco pesante (nel 1947 sconfisse per 2-0 sia il Torino che la Juventus), ma nel complesso i risultati non furono particolarmente entusiasmanti. L’opera di Smith, morto durante la prima guerra mondiale, fu ripresa da Carlo Carcano (che la esportò alla Juventus e in Nazionale), da Béla Révész, Karl Stürmer e Umberto Dadone e garantì alla giovane società diversi decenni di militanza ad alti livelli, facendo affidamento su elementi provenienti quasi esclusivamente dal vivaio. Alla ripresa dei campionati nazionali, la famiglia Moccagatta salì al vertice della società e gettò le basi per una risalita; per convertire definitivamente la squadra all’imperante sistema fu affiancato all’allenatore Cattaneo l’ex torinista Sperone, che aggregò Ellena e Cassano alla folta rappresentanza di elementi locali, tra cui un giovane Gino Armano.